Il Viaggio dell’Anima
Elenco dei Contenuti
La domanda su cosa succeda all’anima dopo la morte ha affascinato e perseguitato l’umanità per secoli, dando vita a una varietà di risposte nelle diverse culture e religioni. In questo post, esploreremo le principali teorie e credenze riguardanti l’aldilà, analizzando come diverse tradizioni vedano l’anima dopo la morte.
La Visione Materialista della Scienza Dualista
Per la scienza, cosa succede dopo la morte è ancora un mistero. Certo, la scienza sa esattamente cosa accade al corpo: il cuore smette di pompare sangue e la circolazione si blocca; le cellule non ricevono più ossigeno e iniziano ad autodistruggersi, innescando così il processo di putrefazione. Dopo qualche ora dalla morte il corpo avrà subìto trasformazioni tali da rendere la fisionomia della persona quasi irriconoscibile. Dopo giorni, mesi, anni, del corpo rimarrà sempre meno. Si consumeranno i grassi, i tessuti connettivi, le fasce muscolari.
Bene. Ma è tutto qua? E tutto il resto? Dove è andato a finire? Dove è andata a finire la persona che amava passeggiare in riva al mare, che sorrideva davanti a un gesto gentile, o che esplodeva di rabbia quando qualcosa non andava come voleva? Che fine hanno fatto i suoi ricordi, i suoi gusti, le sue attitudini, le sue paure? In altre parole, che fine hanno fatto la sua personalità, la sua mente, la sua coscienza? Possibile che svanisca tutto nel nulla?
Se pensiamo che la persona sia il suo cervello, allora dobbiamo pensare anche che dal momento in cui cessa ogni attività cerebrale, cessi anche l’esistenza della persona. Ma sarebbe come dire che quando l’auto è parcheggiata non esiste più il guidatore.
Cosa Succede dopo la Morte Secondo la Visione Animista
Se pensiamo invece che la persona non sia riducibile alla sua attività cerebrale, che non possa essere identificata con essa, allora penseremo anche che nel momento in cui cessa ogni attività cerebrale, l’esistenza della persona si trasferisca su un altro livello, si sposti su una vibrazione più sottile. Potremmo dire faccia unsalto quantico. A questo punto, alla domanda “Cosa succede dopo la morte?” la risposta sarà molto differente…
Esistono un’infinità di racconti di persone che descrivono cosa succede dopo la morte, che raccontano bene o male sempre e comunque le stesse cose, che descrivono le stesse esperienze. Sono racconti relativi a tutti quei casi di esperienze di premorte, chiamate anche NDE (Near Death Experience), durante le quali persone dichiarate clinicamente morte vengono riportate in vita, raccontando la loro esperienza nell’aldilà. Tutti gli episodi documentati sono caratterizzati da dinamiche comuni:
- l’uscita dal corpo, un vero e proprio distacco dal corpo fisico, che raccontano di aver visto dall’alto, o dalla prospettiva dei soccorritori;
- l’attraversamento di un tunnel buio a velocità vertiginosa, alla fine del quale si trovava una luce intensa ma non accecante;
- la sperimentazione di una gioia infinita;
- la sperimentazione dell’assenza di spazio e di tempo;
- l’incontro con amici o parenti defunti, o altre persone, venuti incontro per fare da guida, con le quali è possibile comunicare istantaneamente e senza parlare;
- la ricapitolazione della propria vita, rivissuta quasi istantaneamente, con gli stessi stati d’animo di allora, esperendo contemporaneamente gli stati d’animo vissuti al tempo dei fatti dalle altre persone coinvolte;
- l’accesso a una conoscenza assoluta (sia dal punto di vista delle nozioni che della conoscenza dei fatti passati e futuri, dell’intero Universo);
- la visione di una soglia, oltre la quale il ritorno nel corpo sarebbe stato impossibile, e la scelta, o l’imposizione, di tornare in vita, con infinito dispiacere.
Il fatto che migliaia di persone, in tutto il mondo e in tutti i tempi, descrivano nello stesso modo cosa succede dopo la morte, fa pensare seriamente che una parte di noi sopravviva alla morte in una dimensione altra da quella della materia.
Il Concetto di Memoria Quantica
La teoria centrale della sopravvivenza alla morte ruota attorno al concetto di memoria quantica. L’idea è che parte della nostra memoria sia non locale, vale a dire che non risieda localmente nel cervello, ma in “un luogo” privo di spazio-tempo, ciò che finora abbiamo chiamato campo quantistico o Coscienza. Secondo la filosofia dell’idealismo monista di Amit Goswami, è la Coscienza il fondamento di tutta l’esistenza, non la materia: sia il mondo materiale che quello mentale emergono dalla Coscienza. La Coscienza perciò non è un epifenomeno del cervello, ma quella base dell’esistenza che contiene tutte le possibilità di manifestazione di ciò che è mentale e di ciò che è materiale, incluso il cervello stesso.
Non è allora il cervello a creare la Coscienza, in quella catena di causalità ascendente in cui crede la Scienza dualistica, dove le particelle subatomiche e le loro interazioni creano l’atomo, insiemi di atomi creano le molecole, insiemi di molecole formano le cellule, alcune delle quali sono neuroni, collettività di neuroni costituiscono il cervello e il cervello genera i processi mentali, tra cui la Coscienza. Il cervello non può creare la Coscienza, perché è solo un oggetto. E dato che, nell’ottica della fisica quantistica, gli oggetti sono solo onde di possibilità che “si materializzano” nel momento in cui con l’osservazione facciamo collassare una funzione d’onda, è più corretto dire che è la Coscienza a creare il cervello.
NDE: Near Death Experiences
Oggi, i fenomeni che caratterizzano le NDE, e le descrizioni di cosa succede dopo la morte da parte di chi è tornato, possono essere spiegate molto bene dalla fisica quantistica:
- La visione del proprio corpo dall’alto, o dalla prospettiva dei soccorritori, può essere spiegata dal principio di non località: il soccorritore guarda il corpo senza vita ed “acquisisce localmente le informazioni” della scena, mentre la Coscienza fa collassare non localmente una realtà simile, tra le tante possibili, in un fenomeno analogo a quello della telepatia.
- Dopo la morte si verifica una transizione della Coscienza dal mondo materiale, che opera a una velocità inferiore a quella della luce, a un mondo che opera ad una velocità maggiore, quello spirituale, osuperluminale. È molto probabile, sostiene il fisico Fred Alan Wolf, che questa transizione produca un effetto tunnel (il tunnel descritto nei racconti), nello stesso identico modo in cui sembra prodursi quello che gli astrofisici chiamano buco nero.
- L’assenza di spazio e di tempo è una caratteristica peculiare del campo quantistico/Coscienza. Il campoanticipa lo spazio e il tempo, perché spazio e tempo emergono dal campo stesso. Pertanto il trasferimento non locale della memoria alla Coscienza, al di fuori della materia, libera dal costrutto dello spazio e dal trascorrere del tempo.
- L’assenza di spazio-tempo che caratterizza il campo quantistico è anche la spiegazione più plausibile dellacapacità di comunicare istantaneamente e senza parole di cui racconta chi ha sperimentato una NDE. Nel campo, non vi è un passaggio di informazioni così come siamo abituati a sperimentarlo ogni giorno. Piuttosto è il campo di per sé ad essere un campo di informazioni, collegate tra loro non localmente. Quindi non vi è alcuna trasmissione di informazione, alcun passaggio diacronico da un punto ad un altro di qualche tipo di segnale in un determinato tempo. Piuttosto, ciò che si verifica è il cambiamento sincronicodello stato quantico delle particelle entangled.
- Infine, la ricapitolazione della propria vita e l’accesso a una conoscenza assoluta equivalgono ad aver avuto accesso allo stesso campo di informazione che tutto contiene, che trascende ogni limite spazio-temporale, che collega non localmente ogni singola particella dell’Universo, in ogni luogo e in ogni tempo: il campo quantistico, o se preferiamo, l’Akasha.
Nonostante ciò, la scienza, soprattutto quella di matrice riduzionista, che identifica la persona col suo cervello, nel trattare il tema di cosa succede dopo la morte, respinge l’ipotesi di una forma di sopravvivenza, perché, secondo questo approccio alla questione, col cervello muore anche la persona, e con lei la Coscienza. Tuttavia, sebbene la scienza oggigiorno sappia molto circa la struttura del cervello e delle cellule che lo compongono, non è ancora in grado di spiegare come il passaggio di cariche elettriche attraverso i neuroni possa dare vita a miracoli come il pensiero, le emozioni, la Coscienza. Ma allora, se la scienza non sa esattamente cosa la Coscienza sia, come può parlare della sua morte?
Questo articolo è un estratto adattato dal libro “Perché mi Capita? Alla ricerca del senso nascosto della vita”
Perché mi Capita?
Le cose capitano per caso? Oppure esiste un disegno segreto per il quale tutto accade secondo un ordine prestabilito? E se davvero è così, chi o cosa ha deciso al posto nostro? E per quale motivo? Queste domande, che da sempre hanno messo in crisi l’essere umano, trovano oggi una risposta nella fisica quantistica, la fisica delle possibilità.